Il sistema ideale dell’apprendimento continuo
La necessità di aggiornare le competenze professionali, o di acquisirne di nuove, negli ultimi 2-3 anni è aumentata in maniera esponenziale, a qualsiasi livello.
Il tema della professionalità delle persone e la necessità di incoraggiare l’apprendimento continuo sono stati sempre affrontati e analizzati sotto diversi punti di vista. Anche in questo blog (per esempio leggi “La trappola della competenza”).
Negli ultimi tempi, però, con la pandemia e con lo sviluppo della tecnologia, e in particolare dell’Intelligenza Artificiale, la necessità di evolvere le competenze ha subìto una forte accelerazione.
La pandemia ha cambiato i modelli di business delle aziende, ha determinato nuovi approcci al mercato e all’organizzazione interna, richiedendo nuove competenze, flessibilità e cambi culturali alle persone.
L’intelligenza artificiale, che ha avuto un’enorme diffusione dopo il lancio di ChatGPT, ha determinato conseguenze anche in ruoli con alto contenuto intellettuale. Prima, infatti, la tecnologia aveva avuto effetti soprattutto sui lavori più ripetitivi e facilmente codificabili.
Oggi vediamo, invece, che anche le professioni che richiedono conoscenze ampie e profonde sono “attaccate” dall’IA (per esempio i consulenti e i formatori).
Tutte le ricerche ci dicono che molti lavori scompariranno, altri saranno sostituiti in tutto o in parte dalle macchine e dagli algoritmi, altri nuovi nascono continuamente.
Un fenomeno che c’è sempre stato nella storia, ma che in questi anni è molto veloce, per cui il rischio è quello di trovarsi con persone che potrebbero avere grosse difficoltà a ricollocarsi nel mondo del lavoro. Con tutti gli effetti negativi che ne conseguono per i singoli individui, per le famiglie e per la società in generale.
Come si può agevolare l’aggiornamento o lo sviluppo di nuove competenze nelle persone, in un’ottica complessiva?
In questo contesto, l’apprendimento continuo deve essere un pilastro strategico di un sistema ampio e connesso, composto da più attori: Aziende/Organizzazioni, Persone coinvolte, Mondo Scolastico e Accademico e Pubblico.
L’impresa deve mettere al centro della propria strategia di crescita lo sviluppo dei suoi collaboratori, programmando e realizzando iniziative di formazione in base alle peculiarità del personale e ai valori e obiettivi aziendali. Il sistema di apprendimento deve essere costante e deve riguardare due livelli. Il primo relativo allo sviluppo della consapevolezza nelle persone della necessità di aggiornare e sviluppare le proprie competenze. È un fatto di cultura, di presa di coscienza dell’ambiente in cui viviamo e delle trasformazioni in atto. Il secondo livello, centrato sulle specifiche competenze che si devono aggiornare/sviluppare (tecniche del ruolo e/o trasversali). (Leggi “Sviluppare la cultura dell’apprendimento continuo è un obiettivo strategico aziendale”)
Molte aziende sanno oggi che per essere competitive e dare valore ai clienti devono concentrarsi sul personale, che rappresenta una fondamentale leva di marketing.
La persona coinvolta nel processo deve essere aperta al percorso di crescita professionale, che richiede l’abbandono di vecchie abitudini e la disponibilità ad affrontare nuovi campi inesplorati, che facilmente possono creare disagi poiché si esce dalla propria zona di comfort (sappiamo quanto sia faticoso il cambiamento). Ci vuole motivazione per trarre beneficio. Non basta la motivazione estrinseca, ma occorre quella intrinseca per ottenere risultati concreti e tangibili nel tempo. La persona deve sentirsi parte responsabile del proprio apprendimento e sviluppo. Ecco perché sono importanti prima di tutto la cultura e la consapevolezza. (leggi “Partecipare ad un corso di formazione non è garanzia di apprendimento”)
Il mondo scolastico e accademico gioca un ruolo fondamentale per l’attività di ricerca e per condividere conoscenze a favore di tutte le parti interessate. Ma è importante anche per stimolare la curiosità, la voglia di crescere e per creare la cultura dell’apprendimento nei ragazzi, sin dalla giovane età.
Il sistema pubblico, infine, può supportare questo processo attraverso una legislazione mirata ad agevolare progetti concreti e a incoraggiare gli investimenti in formazione. Qui c’è bisogno di una politica lungimirante, strutturata, certa, di medio-lungo periodo che crei iniziative strategiche e non tattiche.
Ma al di là di quanto possa fare questo ultimo elemento, le imprese e le persone sono chiamate ad appropriarsi della centralità nei progetti di formazione. E devono farlo mettendo nelle proprie agende i percorsi di apprendimento continuo tra le priorità da perseguire.